menu mobile
Ricerca:

ESAME DI MATURITÀ? NIENTE PAURA!

Data: 28/04/2016

L’Università Europea di Roma organizza un seminario gratuito per aiutare gli studenti: dall’ansia alla fiducia

Mercoledì 4 maggio 2016, dalle ore 15:00, all’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi 190), si terrà il seminario gratuito Obiettivo Maturità“, per aiutare i ragazzi a superare con profitto l’esame di Maturità. Sarà un “allenamento” per prepararsi bene a questo appuntamento importante.

L’incontro, che durerà due ore, è aperto a tutti gli studenti delle scuole superiori.

I docenti dell’Università Europea di Roma spiegheranno, con esempi pratici, i passi fondamentali per superare con profitto l’esame di Maturità:

– Consigli pratici per scrivere la tesina di Maturità (Prof. Luigi Russo). Come integrare gli argomenti in modo fluido, creare un titolo e scrivere la bibliografia.

– Affrontare lo stress e superare la prova orale (Prof. Massimo Marchisio). Rimuovere gli ostacoli che impediscono di esprimere al massimo le proprie capacità.

Per ulteriori informazioni: Tel. 0666543850.

E-mail: orientamento@unier.it

DAL CARCERE ALLA SPERANZA

Data: 01/04/2016

Convegno all’Università Europea di Roma su “Funzione della pena, giustizia riparativa e amministrazione del sistema carcerario”

Il percorso dell’essere umano, a volte, può conoscere momenti di caduta, di errore, di conflitto con gli altri. Tutti possono sbagliare. Ma tutti devono avere il diritto di cominciare una vita nuova.

La funzione del carcere è questa. Non un momento di repressione, ma di speranza. Un’opportunità per tornare a dare il proprio contributo alla società.

Se ne parlerà nel convegno “Funzione della pena, giustizia ripartiva e amministrazione del sistema carcerario”, che si terrà giovedì 7 aprile 2016, alle 11.00, all’Università Europea di Roma, via degli Aldobrandeschi 190.

Obiettivo della giornata di studi è un confronto sul tema del fondamento e della giustificazione della sanzione criminale, tra funzione rieducativa del condannato, retributiva e preventiva. Tale riflessione sarà condotta attraverso un confronto tra vari operatori del settore “giustizia”, che vantano una consolidata esperienza in materia.

L’incontro è nato per iniziativa degli studenti dell’Università Europea di Roma ammessi, per meriti di studio, nelle Eccellenze Accademiche del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza, sotto il coordinamento del Prof. Aniello Merone.

Il convegno sarà aperto dai saluti del Rettore Padre Luca Gallizia L.C. e del Prof. Emanuele Bilotti, coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza e ordinario di Diritto civile presso la stessa università.

Dopo la presentazione delle attività delle Eccellenze Accademiche da parte degli Studenti inseriti nel progetto, interverranno Alfonso Sabella, magistrato, con una relazione dal titolo La disciplina della pena tra legalità e discrezionalità del giudice; Luigi Annunziata, avvocato del Foro di Roma e dottorando di ricerca in Diritto processuale penale presso La Sapienza, Università di Roma, sul tema La detenzione preventiva: antagonista alla “criptopena”; Silvana Sergi, direttrice del carcere romano Regina Coeli, che illustrerà problematiche sul tema L’espiazione della pena in istituto: disciplina giuridica ed esperienze di vita.

Seguirà l’intervento di Marcella Clara Reni, Presidente dell’Associazione Prison Fellowship, che parlerà del Contributo degli enti e delle associazioni nella rieducazione del condannato.

Interverrà anche l’Avvocato Alessandro Benedetti, del foro di Roma, Docente di Criminologia presso l’Università Europea di Roma.

Al termine delle relazioni sono previste alcune comunicazioni da parte degli studenti aderenti al Progetto delle Eccellenze Accademiche.

Modera e conclude Carmelo Leotta, ricercatore di Diritto penale nell’Università Europea di Roma.

Per informazioni: tel. 06 665431.

Carlo Climati

UNIVERSITÀ EUROPEA DI ROMA: RINNOVATI E POTENZIATI I VERTICI A SOSTEGNO DI UNA NUOVA FASE DI SVILUPPO

Data: 14/03/2016

Università Europea di Roma: rinnovati e potenziati i vertici a sostegno di una nuova fase di sviluppo

• Nominato il nuovo Magnifico Rettore

• Nominato il Pro-Rettore

Il Consiglio di Amministrazione dell’Università Europea di Roma, lo scorso 9 marzo 2016, ha nominato il nuovo Magnifico Rettore nella persona di P. Pedro Barrajón alla scadenza del mandato dell’attuale, l’1 settembre 2016. Ha inoltre indicato nel Prof. Alberto Gambino la persona che rivestirà il ruolo di Pro-Rettore, incarico precedentemente non ricoperto. Il CDA desidera ringraziare l’attuale Magnifico Rettore P. Luca Gallizia per la vigorosa azione di rilancio dell’Università e propone che, alla scadenza del mandato, assuma il ruolo di Presidente del Consiglio stesso. Infine, il Prof. Umberto Roberto viene nominato Coordinatore Accademico.

Breve biografia di P. Pedro Barrajón

P. Pedro Barrajón è nato in Spagna nel 1958. Ordinato sacerdote nel 1988, ha ottenuto nel 1995 il grado di Dottore in Teologia presso l’Università Gregoriana. Dal 1996 riveste il ruolo di Professore Ordinario di Antropologia Teologica a Roma presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, istituzione di cui è stato Rettore dal 2006 al 2013. È stato inoltre membro del Consiglio di Amministrazione dell’Università Europea di Roma dal 2008 al 2012. Insegna nei Corsi di Laurea di Psicologia ed Economia della stessa Università, impartendo la materia “Pensiero cristiano tra scienza e fede”.

Ha pubblicato numerosi articoli e realizzato conferenze in Italia e all’estero. Tra i titoli di libri che ha pubblicato, si menzionano: “Dio Creatore”, “Angeli e demoni nella storia della salvezza”, “Il peccato originale oggi” (ed.), “La teologia del corpo secondo Giovanni Paolo II” (ed.).

Carlo Climati

ARTE, FEDE E COMUNICAZIONE: QUALI ALTERNATIVE AI SUONI DEL SILENZIO?

Data: 08/03/2016

Incontro con Fabio Colagrande all’Università Europea di Roma.

Siamo nati per comunicare. Il mondo in cui viviamo oggi, agli inizi del terzo millennio, ci pone sempre di più di fronte all’opportunità di arricchire le nostre vite attraverso l’incontro con gli altri.

Le nuove tecnologie abbreviano le distanze. E’ sufficiente spingere un tasto del computer per entrare rapidamente in contatto con persone lontane. Ma questa velocità di comunicazione si scontra, a volte, con l’incapacità di dialogare con chi ci è più vicino, con chi ha una mano da stringere ed un volto concreto da accarezzare.

In qualunque tipo di comunicazione il primo passo da fare è l’accoglienza, la ricerca dello sguardo dell’essere umano che appare di fronte a noi. Uguale a noi, indipendentemente dalla sua cultura, dalla sua religione e dalle sue idee.

Ma il valore della bellezza dell’incontro non è sempre compreso. Spesso, nella realtà quotidiana, si costruiscono ostacoli, barriere, confini inutili, frutto dello sguardo di pregiudizio con il quale ci rivolgiamo agli altri. Uno sguardo che spesso corrisponde ad una sentenza di morte, uccidendo dentro di noi l’occasione di costruire ponti e nuove amicizie.

Una bella canzone di Simon e Garfunkel, “The sound of silence” affronta in modo perfetto il tema dell’incomunicabilità, offrendo un’immagine simbolica che sembra lo specchio dei nostri tempi. Descrive “persone che sentono senza ascoltare”.

Il “suono del silenzio” è uno dei maggiori rischi della società di oggi, in cui la comunicazione è soltanto apparente. Incontriamo le persone, ma non siamo disposti ad ascoltarle. Non vogliamo aprirci ad un autentico incontro con loro.

In quale modo il linguaggio dell’arte e della fede possono dare un contributo alla cultura del dialogo e dell’incontro? Di questo, ed altro, si parlerà in un incontro sul tema “Arte, fede e comunicazione”, con Fabio Colagrande, giornalista di Radio Vaticana, attore, regista ed autore teatrale.

L’incontro si terrà martedì 8 marzo 2016, alle 13:00, all’Università Europea di Roma, via degli Aldobrandeschi 190, nell’ambito del Laboratorio di comunicazione “Non sei un nemico!” dello stesso ateneo.

Fabio Colagrande è anche autore e interprete di una serie di monologhi sul tema “Miserabili: testimoni evangelici del Giubileo”, per il blog VinoNuovo.it

E’ possibile ascoltare qui il primo monologo, in cui parla un personaggio spesso citato nei primi tre anni di pontificato di Papa Francesco: il fratello del figliol prodigo.

Carlo Climati

LA PORPORA E IL SANGUE: UNA LUCE SUL MEDIO EVO

Data: 24/02/2016

All’Università Europea di Roma presentazione del romanzo storico “La porpora e il sangue”

Si parla spesso del Medio Evo come di un’epoca oscura e triste, paragonata a quella in cui viviamo oggi. Eppure, se approfondiamo bene l’argomento, possiamo accorgerci che in quel periodo ci sono state sicuramente tante ombre, ma anche molte luci, da conoscere e scoprire.

Di questo si parlerà all’Università Europea di Roma (via degli Aldobrandeschi 190), mercoledì 24 febbraio 2016, alle 14:30, in occasione della presentazione del romanzo storico di Stefano Vincenzi “La porpora e il sangue” (Luni Editrice).

Insieme all’autore ne parleranno Luigi Russo, docente di Storia Medievale all’Università Europea di Roma, e Fabio Massimo Signoretti, giornalista del quotidiano “La Repubblica”.

“È la metà del X secolo – si legge nella presentazione del romanzo – e l’Impero Romano d’Oriente ha ritrovato equilibrio e potenza militare, quando il papa di Roma incorona imperatore d’Occidente un giovane re venuto dalla Sassonia che attacca i territori italiani fedeli al basileus di Costantinopoli.

Niceforo II, ascetico e invitto guerriero, è il Basileus. Egli guarda verso Oriente per riconquistare i territori di fede cristiana occupati dagli infedeli. Intorno a lui si muovono la giovane e bellissima basilissa Teofano, madre dei principi porfirogeniti, Elena Lecapeno e Jhoannes, veterano di cento battaglie, che veglia sulla vita dei porfirogeniti.

Re e regine, principi e principesse, cavalieri e guerrieri, d’Oriente e d’Occidente, amano, odiano, combattono e tradiscono in un contesto fedele alla storia, per quanto può esserlo un romanzo che racconta, o immagina, anche le ragioni di chi non ha vinto in guerra o in amore”.

L’autore, Stefano Vincenzi, è Legal Counsel di Mediobanca e professore di Diritto del Mercato Finanziario all’Università Europea di Roma, nonché autore di numerose pubblicazioni e del romanzo storico “Verso Costantinopoli”.

L’ingresso è libero.

Per informazioni: Tel. 06 665431.

Carlo Climati

PAURE EMERGENTI NEI LUOGHI DI LAVORO: QUALI CONSEGUENZE PER LA SALUTE?

Data: 17/02/2016

“Paure emergenti nei luoghi di lavoro: crisi economica e insicurezza lavorativa” è il tema di un seminario che si è tenuto mercoledì 17 febbraio 2016 all’Università Europea di Roma, nell’ambito del Laboratorio di ricerca Business@Health, fondato da Gabriele Giorgi e Javier Fiz Pérez, psicologi e professori dello stesso ateneo. Nel corso dell’incontro è stato fatto un bilancio sulle strategie di intervento per contrastare le ansie emergenti che possono danneggiare la salute dei lavoratori.”

“La depressione – ha spiegato il Prof. Javier Fiz Pérez – viene rilevata in aumento nel contesto europeo ed italiano, segno evidente che lo stress si diffonde come un virus. Problemi di salute mentale sono diventati le principali cause di assenteismo sui luoghi di lavoro e di pensionamento anticipato in Europa.

A rilevarlo è l’ultimo Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale e il benessere nei luoghi di lavoro. Complessivamente i disturbi mentali ed il malessere, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, comportano costi elevatissimi per la società, anche in termini monetari e difficili da evitare considerando che il 25% dei cittadini europei incontreranno problemi di salute mentale nel corso della vita.

L’ambiente di lavoro e l’organizzazione rappresentano solo una parte del problema, ma comunque risultano fondamentali. Dopo un’attenta analisi della letteratura è stato messo a punto dal Laboratorio Business@Health dell’Università Europea di Roma un questionario psicologico per la misura dello stress economico (pubblicato in prestigiose riviste internazionali) e somministrato a migliai a di lavoratori italiani.

Forti depressioni correlate allo stress lavorativo, che possono culminare anche in suicidi, si verificano a causa del senso di precarietà o della paura di perdere il lavoro a causa di un fallimento o una crisi aziendale. Il rischio di gesti inconsulti è elevato in un momento di difficile congiuntura economica, con un tasso di disoccupazione importante.

La ricerca evidenzia come la paura della non occupabilità e della crisi economica si associ ad un rischio aumentato di depressione e disturbi ansiosi. Particolare attenzione è stata posta anche all’età dei partecipanti all’indagine. Da una parte molti giovani oggi vengono chiamati Neet, dall’acronimo inglese Not in Education, Employment or Training. Giovani fra i 15 e i 34 anni che non vanno a scuola né all’università, non seguono corsi di formazione professionale e non lavorano, scivolando inattivi verso lo stress, la rassegnazione e la sfiducia verso il futuro.

Dall’altra, l’invecchiamento della popolazione è ormai una certezza e parallelamente le riforme del sistema pensionistico costringono gli impiegati maturi a lavorare più a lungo, comportando la necessità di riuscire a far fronte allo stress nel periodo più maturo della loro vita, dove è possibile ipotizzare che le risorse e l’energia siano minori”. Il Prof. Gabriele Giorgi ha parlato di un altro tema di grande attualità: la paura di espatriare, alimentata anche dai recenti episodi di terrorismo.

“I manager espatriati – ha spiegato il Prof. Giorgi – quando non riescono o hanno difficoltà ad adattarsi ad un ambiente nuovo possono avvertire forti livelli di stress. Dalla mancanza degli affetti alle mutate condizioni ambientali, dal cambiamento degli stili di vita alla diversa assistenza sanitaria. Sono tanti i fattori che possono generare disfunzioni nell’adattamento.

Negli ultimi tempi, come sottolineato da recenti fatti di cronaca, sembrerebbe assumere importanza anche un altro fattore nel determinare il mancato adattamento dei manager nei territori esteri, ossia la paura di essere soggetti ad attentati o ripercussioni terroristiche verso i Governi dei Paesi in cui le loro aziende hanno sede. Si tratta quindi di un elemento che risulta collegato non a tematiche prettamente aziendali, quanto piuttosto a vicende politiche e a quel marketing della paura che i telegiornali e mass-media trattano sempre con maggiore frequenza, voluto diffondere anche dagli stessi attentatori”.

Il Laboratorio Business@Health nasce dell’Università Europea di Roma è nato per definire, costruire e validare modelli di predizione dell’eccellenza organizzativa capaci di tenere in considerazione, a 360 gradi, la salute dei lavoratori. L’obiettivo è quello di favorire la creazione e lo sviluppo di modelli organizzativi con una cultura dell’healthy business al fine di sviluppare ambienti di lavoro sicuri, motivanti e con prestazioni di ottimo livello.

Per ulteriori informazioni il sito del Laboratorio è www.uerbusinesshealth.com

Carlo Climati

LA NOBILTÀ DELLA RAGIONE CHE DIVENTA DIALOGO, INCONTRO E COMUNICAZIONE.

Data: 16/02/2016

Un inno al valore del dialogo e della cultura dell’incontro. Si potrebbe sintetizzare così lo spirito che ha caratterizzato la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Europea di Roma, nel decimo anno dalla sua fondazione.

Il tema dell’incontro è stato “L’Europa e la sfida dell’integrazione: cultura, conoscenza e solidarietà”.

Ne hanno parlato il Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e il Prof. Umberto Roberto, Coordinatore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università Europea di Roma.

Nella sua relazione il Cardinale Ravasi ha rivolto un invito a impegnarsi contro ogni tipo di estremismo spirituale e culturale.

“È questa – ha detto il Cardinale – una componente di grande rilievo nell’attuale contesto storico in cui viviamo, segnato da un rovente confronto di diverse civiltà, sotto la pulsione delle folle, spesso disperate, che bussano alle porte dell’Europa provenendo dal continente asiatico o da quello africano. Un importante filosofo ebreo alessandrino del I sec. d.C., che scriveva in greco, Filone di Alessandria d’Egitto, definiva il sapiente come colui che è methórios, cioè che si trova sulla frontiera, riuscendo così a stare coi piedi nel suo territorio, ma guardando anche oltre, verso quello degli altri, verso gli spazi collocati al di là del suo confine”.

“L’Europa – ha sottolineato Ravasi – deve riscoprire tutta la nobiltà del logos, ossia della ragione, che diventa diálogos, dialogo, incontro, comunicazione. Quindi, da una parte, vanno combattuti il sincretismo, il relativismo, il soggettivismo che spengono e dissolvono l’identità cristiana propria della civiltà europea. Dostoevskij con veemenza gridava: «L’Europa ha rinnegato Cristo. È per questo, è solo per questo che sta morendo». D’altra parte, però, bisogna eliminare ogni fondamentalismo, esclusivismo o integralismo gretto che rifiuta l’altro, l’accoglienza, la conoscenza e la molteplicità, la complessità dell’umanità, che ignora ogni valore altrui, in una sorta di foga iconoclastica, feroce ma anche impaurita nei confronti di tutto ciò che è diverso. Per dirla in una sola battuta: non dobbiamo mai rinunciare alla nostra identità senza rigettare, però, la diversità. Non dobbiamo rinunciare a noi stessi, ma dobbiamo anche riconoscere la grandezza dell’altro”.

“Questa – ha affermato Ravasi – è senz’altro un’impresa ardua: il dialogo è molto più difficile del monologo. Occorre superare la tentazione del duello, che è purtroppo una scelta ricorrente anche a livello sociale, politico e culturale (si ricordi il famoso saggio Lo scontro di civiltà pubblicato nel 1996 dal politologo americano Samuel Huntington). Bisogna scegliere piuttosto la via del duetto, come avviene in musica dove un soprano, voce dal registro alto, può stare in armonia persino col basso, voce antitetica, non perché il soprano abbassi il timbro e il basso adotti il falsetto, ma perché ogni voce conserva la propria identità, riuscendo però a creare, con l’incrocio, armonia. Consapevoli della propria identità, non si diventa però integralisti, bensì capaci di confronto, di «esaminare ogni cosa, tenendo ciò che è buono», come suggeriva san Paolo (1Tessalonicesi 5,21)”.

Il Prof. Umberto Roberto ha ricordato l’importante contributo che l’università può dare per l’accoglienza e l’integrazione, per formare persone e cittadini che, nella loro attività, siano aperti a una visione di convivenza, nel rispetto di un’identità antica e condivisibile.

“Oltre a insegnare Storia antica – ha spiegato il Prof. Roberto – ho anche l’onore e il privilegio di coordinare il corso di laurea magistrale in Scienze della formazione primaria di questa Università. Condivido, con i miei colleghi, l’avvincente sfida di una missione culturale ed educativa che può favorire negli anni la trasformazione della nostra società in un luogo accogliente e favorevole al dialogo.

Il corso di Formazione primaria dell’Università Europea di Roma si volge, soprattutto, alla necessità di preparare i nostri studenti – e futuri docenti – ai temi della interculturalità, del dialogo, dell’incontro tra culture, religioni, e sistemi educativi diversi; si accompagna a questa ispirazione generale l’urgenza di offrire ai nostri studenti una formazione davvero internazionale, capace di adeguare il compito della scuola, pubblica e privata, alle sfide ormai ineludibili dei nostri tempi.

In questo modo intendiamo contribuire al compito di creare una società disposta all’accoglienza e favorevole alla convivenza. È necessario procedere sulle orme dei nostri antichi, che dell’ospitalità facevano già un supremo dovere religioso; e sulle orme di Benedetto, che ricorda nella Regula(53): «Tutti gli ospiti che arrivano siano accolti come Cristo, poiché sarà Lui stesso a dire: “sono stato ospite e mi avete accolto”». Con questi principi, e con la memoria della nostra storia, occorre impegnarci per recuperare alla coscienza della nostra Europa uno dei segni più profondi e generosi della sua identità”.

Carlo Climati

MASTER PER FAVORIRE LA CONVIVENZA IN CONTESTI INTERCULTURALI

Data: 09/02/2016

All’Università Europea di Roma si inaugura un Master per favorire la convivenza in contesti interculturali

Martedì 9 febbraio 2016, alle 15:00, all’Università Europea di Roma, si è tenuta l’inaugurazione del Master per l’Educazione, l’inclusione e l’interazione in contesti interculturali, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Maestri Cattolici e con Enti e Imprese attivi in contesti interculturali e interreligiosi.

Interverranno, fra gli altri: Padre Luca Gallizia LC, Rettore dell’Università Europea di Roma, Renata Salvarani, direttore del master, Umberto Roberto, coordinatore del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università Europea di Roma, Giuseppe Desideri, presidente dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici, Jiang Zhonghua, direttore della scuola Zhong Hua di Roma, Guido Traversa, professore di filosofia morale, Valentina Colombo, docente di geopolitica del mondo islamico, Vincenza Tripaldi, docente di pedagogia speciale, Javier Fiz Perez, docente di psicologia dell’integrazione.

L’incontro sarà un forum sul tema dell’interculturalità a cui parteciperanno i docenti e gli iscritti al master, aperto a tutti.

Il dibattito sarà moderato da Roberta Gisotti, giornalista di Radio Vaticana.

Il mondo sta cambiando. Sempre più spesso, nella vita quotidiana, ci capita di incontrare persone provenienti da altri Paesi, con la loro cultura e il proprio vissuto, spesso anche difficile e doloroso.

Per favorire il dialogo e l’accoglienza l’Università Europea di Roma ha dato vita a questo nuovo Master, che vuole rispondere alla crescente domanda di formazione su temi e problemi che si pongono in conseguenza dei grandi flussi migratori in atto e per effetto di modalità globalizzate di azione nel mondo del lavoro.

Il Master offre un percorso basato su contenuti teorico scientifici e su esperienze di tirocinio e di progetti attuati in situazioni concrete, valorizzando le esperienze e le competenze dei singoli partecipanti in collaborazione con gli enti e le associazioni coinvolti.

Ha l’obiettivo di promuovere le competenze culturali, pedagogiche, metodologiche e didattiche necessarie per attivare positivi processi di interazione interculturale. I professionisti formati dal Master saranno in grado di operare all’interno di organizzazioni pubbliche e private, in enti governativi e Onlus, in istituti scolastici e di formazione, nelle realtà del terzo settore.
Il percorso di studio ha la finalità di fornire una preparazione culturale di base di carattere storico e sociologico sui fenomeni migratori e sulle globalizzazioni, nonché gli strumenti metodologici per un approccio alle differenze culturali e religiose e alle interazioni fra diverse identità.

Ha inoltre l’obiettivo di mettere gli iscritti in contatto diretto con realtà e situazioni in cui forme di interazione interculturale e interreligiosa vengono sperimentate positivamente, favorendo in loro lo sviluppo consapevole di capacità di interazione in contesti complessi, con particolare riferimento alla scuola, al mondo del no profit e del volontariato, alle professioni sanitarie, agli enti e alle aziende in cui operano gruppi a forte connotazione internazionale e interculturale.

Il Master è destinato agli insegnanti, agli operatori del terzo settore, agli operatori di enti e istituzioni che operano in contesti multiculturali, a giovani diplomati e laureati che vogliono arricchire la loro formazione con contenuti ed esperienze operative legati all’inclusione sociale e alle metodologie di interazione in contesti complessi. E’ inoltre rivolto a chi lavora in aziende che internazionalizzano e hanno rapporti con l’estero; a chi opera in ambito sociale e sanitario; a chi lavora nel mondo dei media e delle pubbliche relazioni, a tutti coloro che vogliono specializzarsi nella comunicazione e nella mediazione interculturale.

“L’università ha il compito di fornire strumenti di conoscenza e di creare spazi di incontro e di confronto con la realtà: questo è il nostro obiettivo – spiega Renata Salvarani, che coordina il master ed è anche docente di Storia del Cristianesimo all’Università Europea di Roma – Le lezioni teoriche presentano analisi accademiche dei singoli temi: l’identità, lo sguardo cristiano alle tradizioni religiose, la storia delle migrazioni, gli aspetti psicologici dell’approccio alla diversità, la definizione di interculturalità, il concetto di cittadinanza sostenibile. I laboratori e i progetti individuali in cui gli studenti saranno impegnati li metteranno direttamente a contatto con situazioni concrete e problematiche reali di Roma e del resto d’Italia. Le esperienze realizzate diventeranno un patrimonio positivo che l’Università metterà a disposizione dei soggetti che partecipano al progetto e, in generale, di quanti sono chiamati a operare in ambienti interculturali”.

Per ulteriori informazioni:

Prof. ssa Renata Salvarani, Direttore del Corso renata.salvarani@unier.it

Centro Dipartimentale post laurea dell’Università Europea di Roma

Tel. 06-66543937 – 0666543905

Carlo Climati